Archivio della categoria: Arte Involontaria Catania

Era una cosa che amavo fare da bambino

Nell’innocenza molte cose prendevano forma sconoscendo l’innato spirituale danzare d’etereo. Essere sentimento, vivere proiettato nel cambiamento che sente, studiarsi per migliorarsi, ammonirsi per rigenerarsi, servire per esistere nella missione. – Mario, tuo fratello sta cercando comunicarti, che essendo ancora piccino, ha bisogno di aiuto a portare il suo zaino. / Respiro Mediterraneo Algoritmi di Pace Cortile delle Nevi, Casa Museo Sotto l’Etna Corpi d’Argilla (Ombelico), Il Giardino dentro il giardino, Piazza Abramo Lincoln Radici Soccombono Lentamente, Se nella tua bici hanno tolto i pedali non ti resta che scrivere. (2008) – Quello che faccio si chiama Poetica, Visioni messe in circolazione, la forza costruttrice di un racconto. (Catania Visionaria)

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Se nella tua bici hanno tolto i pedali non ti resta che scrivere. Casa Museo Sotto l'Etna Omaggio a Lapis

Reforestation project

Piccole idee manifestano nel silenzio delle montagne.
Visione Verticale, suoni, luci, odori, tutto sembra cambiare consistenza, stagioni, sentimenti, tutto è in movimento. Coscienza, consapevole sentire, riflettere, assorbire, trasformare, connettersi, farne parte. (Mezzanine Living)

Port of Catania

Forse troppe le immagini che mi hanno ispirato, nella visione di portare al termine un mio lavoro sopra una cascia (cubo di cemento). Sono immagini che scorrono, come gira una ruota, silenziosamente come le onde non si fermano, legate agli elementi, al respiro che incontra il vento, tra stelle, albe, tramonti, quante condivisioni, quanti trionfi e quanti pentimenti, che nel mio piccolo, faccio del mondo, dell’universo che si rispecchia in noi misere creature, abitanti di questo splendido pianeta, che giorno dopo giorno, nostro malgrado a volte ignoriamo. Dovremmo essergli grati, una gratitudine che dovrebbe renderci felici, ricchi di esserci. Ispirato dalle piccole cose, dai piccoli gesti, non desidero invadere niente, desidero compiere un gesto comune, banale, non desidero amplificare nulla, che non sia il mio profondo desiderio di dare amore, perché nell’amore rispolveri il coraggio, ritrovi la forza che serve al paese, alla comunità. Per questo motivo desidero esprimere quanta più luce, passione del cielo, profumo delle montagne, maternità del mare, accoglienza della terra, condivisione di un pensiero di passaggio.

Lettera al Porto di Catania

Lettera al Porto