Non ho più la pazienza di reggermi per come ero. Telefono senza fili: il solo fatto che ritorni il sole anche se pur al tramonto, rientrare a casa, sentire un uccello intonare sera mi dà sollievo. La Sicilia è un mondo con mille facce, un corpo con molte braccia, un sole che illumina di sentimento, una terra che nutre e accoglie senza pentimento. – Transizione del Tempo, Natura Allarmata. In Tempi antichi la raccolta dell’oro era verticale, oggi con l’avvento della metropolitana non mi stupirei se la ricerca fosse orizzontale.
Dio è il Padre di tutti i nomi, il Suo Essere si rispecchia in tutto il Creato e la Creazione. Il Padre Accoglie, Tende la mano, non rapisce. Verbo Presente in Tutto il Manto Stellato, Presenza Placa tutte le domande. Silenzio Dimora dove tutto suona, Melodia Armonica. Il Suo Sguardo è Rivelazione. Murale Sale di Frontiera Cortile del Sole Catania Visionaria, F.lli Zappalà Via Grotte Bianche 16/18
Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. (Antoine de Saint-Exupéry) – Un bel carico di risorse, calore, energia, messaggio. (Bionsà) / Venerdì 21 Aprile ore 14 Piazza Dei Martiri (Catania Visionaria). Non realizzo desideri, i desideri si realizzano da soli. Non dono desideri, i desideri vivono dentro i nostri cuori. Il mio desiderio che ognuno possa realizzare i propri desideri, che questi siano di pace. (Mezzanine Living)
Siamo il derivato dell’impronta ricevuta in relazione al nostro sentire. Sotto gli alberi risiedono i piedi sopra le radici (Imprints) – C’è Speranza nel mondo. Rosso Blu, Cortile delle Nevi, Algoritmi di Pace, Casa Museo Sotto l’Etna. Guarda, c’è un colombo in quel balcone che intona un sogno ad una brava persona. Accompagnare la porta è principio di educazione. Ho disegnato un circuito, mi piacerebbe realizzarlo.
Dalle ceneri della storia, acrilico su tela 131×81, 5.12.2014 Cesare Botto
Qualora, per i motivi più diversi, ci apprestiamo a scrivere qualcosa di noi stessi, della nostra vita o delle nostre passioni, siamo tentati di vantare quei risultati raggiunti e quegli effimeri riconoscimenti ottenuti, crogiolandoci nel nostro tiepido brodo. Haimè ! Non vorrei ritrovarmi in questa situazione con te. Di me voglio solo raccontarti come, fin dalla verde età ho sempre avuto una grande predilezione per tutto ciò che ai miei occhi appariva fantasioso e artistico. Per diletto amavo ritrarre le comuni cose che mi trovavo attorno, sia un semplice vasetto di fiori oppure le montagne che circondano la mia città, o i due corsi d’acqua che ne lambiscono le sponde. Poco incline a correre dietro ad una palla o dedicarmi ad altri giochi competitivi per i quali, in verità, mi sentivo negato, allora in solitudine preferivo mettermi a disegnare, su qualsiasi supporto mi capitava a tiro, tutto ciò che in quel momento poteva stimolare la mia creatività. Cosa mi spingeva era il desiderio di veder nascere qualcosa che prima non esisteva, un’attrazione fatale prodotta appunto dal quel “desiderio”, che come una molla, fa scattare una intensa e incontenibile esigenza del “fare”. Afferrare quel particolare momento felice, (anticamente detta ispirazione), che insorge misteriosamente e guida la mente e la mano dell’artista nell’atto del dipingere. Ho sempre pensato a questo aspetto iniziatico come ad una regola aurea, lontana da speculazioni mercantili di vil pecunia, anche se mi rendo conto che non si può vivere solo di arte pura giacché la nostra esistenza non può prescindere dal denaro quale mezzo indispensabile per ogni nostro bisogno. Ma qui apro una parentesi su certi attori spregiudicati, che sfruttano i giovani artisti in cerca di successo, dai quali pretendono una produzione seriale, di facile fruizione e di pronto consumo, per poi abbandonarli senza ritegno e investire su nuove e illuse generazioni destinate alla stessa inevitabile sorte. Polemiche a parte, l’amore per l’arte ha continuato a crescere in me negli anni, pur consapevole di dover mediare con le esigenze quotidiane, alla ricerca di un soluzione non conflittuale, tra lo spirito e la pancia. Dopo aver frequentato le scuole primarie, entro subito nel mondo del lavoro praticando numerosi mestieri, alla sera però seguivo un corso per arti decorative tenuto da docenti cuneesi di varie discipline. Nel 1961 poi, approdo a Torino dove mi iscrivo alle lezioni di nudo dell’Accademia Albertina ed entro in contatto con il maestro siciliano Filippo Scroppo, che sarà il mio mentore per tre anni, attorniato da numerosi e talentuosi allievi. Nel 1966, inauguro nella mia città, la bottega d’arte Botto, che diverrà presto un cenacolo di ritrovo per giovani (e non solo) appassionati d’arte. Di fatto avrò modo durante molti anni, d’incontrare personalità artistiche di varia estrazione, prodighe di consigli e di apprezzamenti che contribuiranno a far espandere la mia visione sull’arte contemporanea e a spronarmi nella ricerca costante di una identità personale. La produzione pittorica, per la quale impiego varie tecniche, dall’olio alla tempera, dall’acrilico all’acquerello, avrò modo di esporla in mostre collettive e personali, in molte città italiane e straniere per un doveroso confronto e dialogo con un pubblico più vasto, sempre con un rigoroso impegno, volto a esaltare, attraverso i miei colori, linee, piani, luci e ombre, il desiderio di “comunicare le proprie riflessioni sul mondo, testimoni di una sensibilità vigile che guarda oltre, sorretta da convinzioni profonde e da un piacere spontaneo per il colore e la composizione”… (Fulvia Giacosa)
Tracciare un cerchio protegge, espande preghiere continue. Cerchi d’Oro Mia Palazzo Speciale (Catania) L’Italia senza memoria cavalca un fantasma senza lenzuola.