2005 – Perché il “Percorso Inverso”? Una ricerca della soddisfazione in terra propria, uno scambio comunicativo reale, lontano dall’alienazioni, dove l’uomo ritorna ad essere nella sua unicità, scopritore, inventore, di nuovi orizzonti interiori. Un viaggio dentro casa, un voler prendere possesso di ciò che ci appartiene di diritto dalle origini più lontane. Il progetto nasce dal parto di alcuni mesi di meditazione e scambi di idee. Parla dell’uomo vittima della globalizzazione, dove tutto diventa monocromatico, sterile, una sfida continua basata sulla pubblicità che aggredisce il nostro pensiero, dandoci incosciamente input di poco valore che attentano incessantemente la moralità nemica dei tempi odierni. Attraverso materia morta pronta per la macerazione incrementando un già alto tasso di rifiuti, si riscatta la vita, si alchimizza il prodotto già usurato, vecchio, o magari fuori moda, dandogli una nuova identità, una comunicazione fulminea attraverso l’installazione. Si stabilisce un contatto che va contro la macchinizzazione dell’azione umana, colori spruzzati, spalmati con resine\prodotti alternativi prendono forma lontani dall’ipocrisia dando sfogo ad una dimensione che non può essere annientata ma alterata. La coscienza ne è protagonista. Uno statico blindato si fa strada nell’indifferenza della materia nuova che si rifiuta di dare emozioni. “Percorso inverso” cos’è ? È un progetto che nasce dall’amore per la propria terra, un ricordo d’infanzia legato ai posti Cardine della città nativa ”Catania”. Per caso, o per come voler seguire un pensiero, ci si inoltra per le mura del Castello, ci si affaccia, si ricordano le foto scattate col primo amore ad una calia, si sente il posto proprio. In tenera età il pensiero culminante è: perché non qua. Azionato il genio, fiutato il progetto, l’istinto, l’umiltà, la tanta voglia di fare, la fantasia, la cooperazione si mettono in moto per la realizzazione dell’evento.
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