Archivio tag: percorso inverso

Risorse ignorate @ Risorse interiori. (Bionsà)

A testimoniare l’importanza del percorso, lo stimolo indotto dalla volontà: “hai bisogno? Vendi un quadro!”. Dal commerciale al volere dell’anima, un passo quanto l’oceano. (37 MQ) / Nettare del Cratere, contenuto della materia, spirito creativo. Percorso alchemico, spazio e tempo in un battito di ciglia. Avrei desiderato trascorrere le giornate disegnando geometrie da fare radicare in cielo, intonare canti celestiali. (Terre di Martorina) – Ogni cosa nel vivere, ha un senso profondo quanto un pozzo millenario, spicca il volo all’incontrario. La memoria, l’introspezione restano a materializzare quell’ancora che tiene ferma l’anima. Per chi dovesse difendersi dal freddo, ricordo questa creazione, riscalda e cosparge d’essenza. Bucce secche di arance e due cucchiai di alcool. (Stufa Buccia di Agrumi)

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Bionsà stufa buccia di agrumi risorse ignorate

Sorrisi Dipinti @ 2006

Painted Smiles – Dietro un’apparente ipocrisia, si cela un pensiero negato. Quali obiettivi vuoi realizzare con questa tua mostra? Attraverso i miei dipinti vorrei riuscire a stimolare la coscienza della gente, spingere le persone a riflettere di più. Oggi non siamo più abituati a condividere sentimenti ed emozioni, viviamo con un costante atteggiamento di chiusura e alienazione, i semplici gesti che trasmettono emozioni, come l’abbraccio, non vengono apprezzati o addirittura vengono fraintesi. Le persone stanno dimenticando cos’è l’amore perché lo identificano con la pace, in realtà si tratta di due cose diverse: la pace dell’essere può essere raggiunta anche nell’isolamento, l’amore presuppone condivisione di emozioni ed empatia. Quando ti sei reso conto di possedere una vena artistica? Già da piccolino avvertivo un forte bisogno di esprimermi. Sia a scuola che in famiglia ero assente, mi rifugiavo in una dimensione interiore che mi permettesse di estraniarmi dall’ambiente reale e di vivere in un mondo tutto mio, alternativo, più ricco di quello reale. Sono sempre stato un attento osservatore del mondo e della gente. Io credo nella reincarnazione: un mago una volta mi disse che in una vita passata ero un eremita… in questa vita, al contrario, ho deciso di esprimere e condividere anche la mia dimensione interiore. Ho iniziato ad esternare il mio desiderio di espressione ed interazione col mondo, dedicandomi ad attività che mi permettessero di stare a stretto contatto con la gente. All’epoca ero un sognatore: ho aperto una discoteca allo scopo di creare una dimensione al di fuori del reale, una sorta di oasi, un’isola dove la gente riuscisse ad essere sé stessa, mettendo da parte l’apparenza. Essermi addentrato in quel mondo, mi ha permesso di capire tante cose: innanzitutto il continuo contatto con la gente ha affinato la mia capacità di comprendere le persone, mi rendevo conto che quelle che mi circondavano non erano felici e che io mi arricchivo coltivando i vizi e le infelicità altrui. Ero sceso a compromessi con un tipo di società (occidentale, consumistica) che non ti impartisce regole di vita, ma obiettivi standard. Grazie a questa esperienza ho però avuto un’illuminazione: non tutti i mali vengono per nuocere, i mali ti si presentano nel corso della vita per permetterti di conoscere e capire la vita stessa, per presentarti cos’è la vita. Stanco di quel tipo di vita, ho deciso di andare a vivere per un periodo in India alla ricerca di nuovi stimoli: ho così intrapreso un percorso di crescita spirituale che mi ha permesso di giungere alla comprensione che ho oggi. Ho capito che è possibile ed è bello costruire qualcosa di importante non con i soldi, ma con la creatività: ho iniziato a dar spazio alla mia creatività investendo e canalizzando la mia energia attraverso un percorso che non intacca i miei ideali, i miei principi, i miei valori. Ho deciso di dedicarmi interamente all’arte! Inizialmente non volevo esporre le mie opere… poi sono stato convinto a farlo: così sono ritornato ad appartenere al mondo! Cosa rappresenta l’arte nel tuo percorso di vita? L’arte è ciò per cui vivo. Ho ricevuto allettanti proposte di lavoro al di fuori della Sicilia e anche dell’Italia, ma ho rinunciato, scegliendo di seguire un Percorso Inverso rispetto a quello standard. In Sicilia, realizzare progetti ambiziosi, farsi conoscere, acquisire visibilità, riuscire a diffondere tramite l’arte un messaggio, è particolarmente difficile. Molti, scoraggiati dalle difficoltà, vanno via, rinunciano a lottare per valorizzare le tante risorse che la nostra terra possiede. Io credo che sia giusto rimanere per esprimere qualcosa, per dare degli input, per lasciare alle generazioni future degli stimoli che li spingano a rimanere. Qual è la tua visione dell’arte in relazione alla realtà? Oggi tutte le forme di manifestazioni artistiche sono appiattite, statiche, standard. Io voglio invece che ciò che faccio vada al di là dei canoni e delle regole, sia qualcosa di originale che esprima la ricchezza e la varietà della mia dimensione interiore. La società tende ad omologare, ad appiattire le diversità, io penso invece che bisogna valorizzare la profondità infinita dell’individualità dell’essere umano. Per me l’arte non è riproduzione fedele e precisa della realtà esterna, ma espressione della dimensione interiore dell’uomo. Chi è Claudio ? E’ un ricercatore! Un ricercatore che cerca di comprendere e spiegare agli altri l’irrazionalità e l’energia che l’essere umano possiede e che una persona comune potrebbe definire pazzia. Credo che l’arte sia anche una religione, una filosofia, uno stile di vita. Attraverso l’arte, esprimiamo quei pensieri e anche quelle follie che arricchiscono la realtà. A livello economico la mia attività non mi dà molto, mi dedico all’arte per un altro scopo… lasciare all’umanità una quantità di opere d’arte talmente grande da permettermi di essere ricordato nel tempo. Quale, tra le tante manifestazioni artistiche alle quale ti dedichi, ti soddisfa di più? Il mio sogno è che qualcuno (sicuramente una persona fuori dal comune, con una notevole forza interiore) mi proponga di ridisegnare una piazza, magari quella di una zona periferica e socialmente degradata. Avendone la possibilità, riempirei tale piazza di spazi verdi, laghetti, piccole cascate, alberi particolari, creerei sotterranei dotati di oblò dai quali “spiare” il mondo dal basso, scriverei poesie sul pavimento, darei alla gente che la frequenta la possibilità di praticare la cromoterapia… darei vita ad un luogo capace di dare emozioni, progettato e costruito a misura di bambino. Non accetto il nostro mondo così com’è, per questo sogno di costruire io un mondo diverso in cui vivere: un progetto che sto cercando concretamente di realizzare riguarda il palazzo in cui vivo, che vorrei completamente ridipingere. Secondo te, perché la tua mostra dell’anno scorso è stata riconfermata e riproposta al pubblico? Sicuramente perché il comune mi ha dato dei riconoscimenti e perché ho potuto contare sull’aiuto di importanti collaboratori. Chi è il tuo pubblico? Cosa pensi di lui? Non mi importa che le mie mostre siano frequentate da gente ricca o importante, mi interessa che ci siano le anime. In realtà non posso dire di avere già un pubblico: non sono ancora molto conosciuto come artista. Le persone che visitano le mie mostre, in generale, credo siano persone semplici che vivono poco l’arte e la conoscono solo attraverso i libri e la tv. Una scarsa conoscenza dell’arte spesso spinge la gente a fare delle associazioni superficiali tra gli artisti: mi è capitato in passato di essere paragonato a Munch, in realtà il confronto non mi piace… ogni opera d’arte è un capolavoro unico perché espressione dell’individualità di chi l’ha creata. C’è qualche particolare curioso, riguardante le tue mostre, di cui vuoi parlare? Nonostante l’importante aiuto dei collaboratori, cerco sempre di fare il più possibile da solo, soprattutto per quanto riguarda l’allestimento degli interni in cui le mostre vengono realizzate. Per esempio, per me, è importantissimo l’utilizzo dell’incenso (lo considero un richiamo per gli angeli) e delle candele (bruciano ciò che di negativo c’è nell’aria e rappresentano uno strumento di comunicazione con l’aldilà). Una volta, a Parigi, a causa di problemi tecnici, per l’allestimento di una mostra, decisi di ricoprire l’intero pavimento di foglie secche (raccolte da me) per coprire il pavimento. Qual è il significato dei “painted smiles” ? Si tratta di sorrisi “di facciata”, fatti con il viso, ma non con il cuore… sono i sorrisi delle persone che vogliono apparire felici, ma in realtà non lo sono… sono i sorrisi di chi nasconde la propria individualità dietro il conformismo di una società dell’apparenza… sono il simbolo dell’ipocrisia di un mondo che ostacola l’espressione della nostra interiorità. I “sorrisi dipinti”, esposti alla mia mostra, in realtà, sono immagini che ricoprono dei quadri preesistenti, dipinti da me in passato e carichi di angoscia. Con i miei quadri voglio diffondere dei messaggi in grado di raggiungere la gente… la gente non avrebbe mai apprezzato i dipinti “nascosti sotto i sorrisi” perché troppo carichi di sensazioni negative. Inoltre, riempiendo con macchie di colore delle forme precostituite, conferisco al dipinto un nuovo significato… si tratta di una tecnica che valorizza l’imperfezione della macchia di colore. Cosa ti aspetti dall’inaugurazione della mostra? Quando uno stimolo esterno ci colpisce, questo ci lascia qualcosa dentro: voglio che i miei dipinti colpiscano la gente, suscitino nelle persone delle emozioni, facciano emergere gli stessi pensieri che io ho provato mentre creavo l’opera. Quali sono i colori che preferisci? Ogni colore ha uno specifico significato perché suscita delle emozioni ben precise. Sicuramente non potrei mai rinunciare al bianco, al rosso e al nero. Mi piace particolarmente il viola per il senso di mistico che trasmette. L’arancione mi fa pensare al tramonto e quindi alla fine di qualcosa e l’inizio del nuovo giorno, l’azzurro mi da il senso dell’infinito (perché è il colore del cielo), e così via. Progetti per il futuro? Dopo aver raggiunto i miei obiettivi in Sicilia, voglio perseguire l’obiettivo nazionale (ho già in programma per il prossimo inverno delle mostre a: Ferrara, Roma, Milano e Bologna) ed internazionale. Voglio che dopo la mia partenza, la mia casa, con tutte le opere d’arte che contiene, rimanga aperta al pubblico. Hai mai dedicato dei quadri a qualcuno ? Lo faccio sempre. In tutte le mie opere inserisco qualche elemento legato al mondo e alle persone che mi circondano. Qualsiasi stimolo esterno che mi lascia un segno dentro, viene in qualche modo rappresentato nelle mie opere. / Catania, 22 luglio 2006 di Elisa Toscano – (176 – il saluto)

176 - il saluto sorrisi dipinti claudio arezzo di trifiletti

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2005 – Perché il “Percorso Inverso”? Una ricerca della soddisfazione in terra propria, uno scambio comunicativo reale, lontano dall’alienazioni, dove l’uomo ritorna ad essere nella sua unicità, scopritore, inventore, di nuovi orizzonti interiori. Un viaggio dentro casa, un voler prendere possesso di ciò che ci appartiene di diritto dalle origini più lontane. Il progetto nasce dal parto di alcuni mesi di meditazione e scambi di idee. Parla dell’uomo vittima della globalizzazione, dove tutto diventa monocromatico, sterile, una sfida continua basata sulla pubblicità che aggredisce il nostro pensiero, dandoci incosciamente input di poco valore che attentano incessantemente la moralità nemica dei tempi odierni. Attraverso materia morta pronta per la macerazione incrementando un già alto tasso di rifiuti, si riscatta la vita, si alchimizza il prodotto già usurato, vecchio, o magari fuori moda, dandogli una nuova identità, una comunicazione fulminea attraverso l’installazione. Si stabilisce un contatto che va contro la macchinizzazione dell’azione umana, colori spruzzati, spalmati con resine\prodotti alternativi prendono forma lontani dall’ipocrisia dando sfogo ad una dimensione che non può essere annientata ma alterata. La coscienza ne è protagonista. Uno statico blindato si fa strada nell’indifferenza della materia nuova che si rifiuta di dare emozioni. “Percorso inverso” cos’è ? È un progetto che nasce dall’amore per la propria terra, un ricordo d’infanzia legato ai posti Cardine della città nativa ”Catania”. Per caso, o per come voler seguire un pensiero, ci si inoltra per le mura del Castello, ci si affaccia, si ricordano le foto scattate col primo amore ad una calia, si sente il posto proprio. In tenera età il pensiero culminante è: perché non qua. Azionato il genio, fiutato il progetto, l’istinto, l’umiltà, la tanta voglia di fare, la fantasia, la cooperazione si mettono in moto per la realizzazione dell’evento.

 Si riscatta la Vita

Si riscatta la Vita