Painted Smiles – Dietro un’apparente ipocrisia, si cela un pensiero negato. Quali obiettivi vuoi realizzare con questa tua mostra? Attraverso i miei dipinti vorrei riuscire a stimolare la coscienza della gente, spingere le persone a riflettere di più. Oggi non siamo più abituati a condividere sentimenti ed emozioni, viviamo con un costante atteggiamento di chiusura e alienazione, i semplici gesti che trasmettono emozioni, come l’abbraccio, non vengono apprezzati o addirittura vengono fraintesi. Le persone stanno dimenticando cos’è l’amore perché lo identificano con la pace, in realtà si tratta di due cose diverse: la pace dell’essere può essere raggiunta anche nell’isolamento, l’amore presuppone condivisione di emozioni ed empatia. Quando ti sei reso conto di possedere una vena artistica? Già da piccolino avvertivo un forte bisogno di esprimermi. Sia a scuola che in famiglia ero assente, mi rifugiavo in una dimensione interiore che mi permettesse di estraniarmi dall’ambiente reale e di vivere in un mondo tutto mio, alternativo, più ricco di quello reale. Sono sempre stato un attento osservatore del mondo e della gente. Io credo nella reincarnazione: un mago una volta mi disse che in una vita passata ero un eremita… in questa vita, al contrario, ho deciso di esprimere e condividere anche la mia dimensione interiore. Ho iniziato ad esternare il mio desiderio di espressione ed interazione col mondo, dedicandomi ad attività che mi permettessero di stare a stretto contatto con la gente. All’epoca ero un sognatore: ho aperto una discoteca allo scopo di creare una dimensione al di fuori del reale, una sorta di oasi, un’isola dove la gente riuscisse ad essere sé stessa, mettendo da parte l’apparenza. Essermi addentrato in quel mondo, mi ha permesso di capire tante cose: innanzitutto il continuo contatto con la gente ha affinato la mia capacità di comprendere le persone, mi rendevo conto che quelle che mi circondavano non erano felici e che io mi arricchivo coltivando i vizi e le infelicità altrui. Ero sceso a compromessi con un tipo di società (occidentale, consumistica) che non ti impartisce regole di vita, ma obiettivi standard. Grazie a questa esperienza ho però avuto un’illuminazione: non tutti i mali vengono per nuocere, i mali ti si presentano nel corso della vita per permetterti di conoscere e capire la vita stessa, per presentarti cos’è la vita. Stanco di quel tipo di vita, ho deciso di andare a vivere per un periodo in India alla ricerca di nuovi stimoli: ho così intrapreso un percorso di crescita spirituale che mi ha permesso di giungere alla comprensione che ho oggi. Ho capito che è possibile ed è bello costruire qualcosa di importante non con i soldi, ma con la creatività: ho iniziato a dar spazio alla mia creatività investendo e canalizzando la mia energia attraverso un percorso che non intacca i miei ideali, i miei principi, i miei valori. Ho deciso di dedicarmi interamente all’arte! Inizialmente non volevo esporre le mie opere… poi sono stato convinto a farlo: così sono ritornato ad appartenere al mondo! Cosa rappresenta l’arte nel tuo percorso di vita? L’arte è ciò per cui vivo. Ho ricevuto allettanti proposte di lavoro al di fuori della Sicilia e anche dell’Italia, ma ho rinunciato, scegliendo di seguire un Percorso Inverso rispetto a quello standard. In Sicilia, realizzare progetti ambiziosi, farsi conoscere, acquisire visibilità, riuscire a diffondere tramite l’arte un messaggio, è particolarmente difficile. Molti, scoraggiati dalle difficoltà, vanno via, rinunciano a lottare per valorizzare le tante risorse che la nostra terra possiede. Io credo che sia giusto rimanere per esprimere qualcosa, per dare degli input, per lasciare alle generazioni future degli stimoli che li spingano a rimanere. Qual è la tua visione dell’arte in relazione alla realtà? Oggi tutte le forme di manifestazioni artistiche sono appiattite, statiche, standard. Io voglio invece che ciò che faccio vada al di là dei canoni e delle regole, sia qualcosa di originale che esprima la ricchezza e la varietà della mia dimensione interiore. La società tende ad omologare, ad appiattire le diversità, io penso invece che bisogna valorizzare la profondità infinita dell’individualità dell’essere umano. Per me l’arte non è riproduzione fedele e precisa della realtà esterna, ma espressione della dimensione interiore dell’uomo. Chi è Claudio ? E’ un ricercatore! Un ricercatore che cerca di comprendere e spiegare agli altri l’irrazionalità e l’energia che l’essere umano possiede e che una persona comune potrebbe definire pazzia. Credo che l’arte sia anche una religione, una filosofia, uno stile di vita. Attraverso l’arte, esprimiamo quei pensieri e anche quelle follie che arricchiscono la realtà. A livello economico la mia attività non mi dà molto, mi dedico all’arte per un altro scopo… lasciare all’umanità una quantità di opere d’arte talmente grande da permettermi di essere ricordato nel tempo. Quale, tra le tante manifestazioni artistiche alle quale ti dedichi, ti soddisfa di più? Il mio sogno è che qualcuno (sicuramente una persona fuori dal comune, con una notevole forza interiore) mi proponga di ridisegnare una piazza, magari quella di una zona periferica e socialmente degradata. Avendone la possibilità, riempirei tale piazza di spazi verdi, laghetti, piccole cascate, alberi particolari, creerei sotterranei dotati di oblò dai quali “spiare” il mondo dal basso, scriverei poesie sul pavimento, darei alla gente che la frequenta la possibilità di praticare la cromoterapia… darei vita ad un luogo capace di dare emozioni, progettato e costruito a misura di bambino. Non accetto il nostro mondo così com’è, per questo sogno di costruire io un mondo diverso in cui vivere: un progetto che sto cercando concretamente di realizzare riguarda il palazzo in cui vivo, che vorrei completamente ridipingere. Secondo te, perché la tua mostra dell’anno scorso è stata riconfermata e riproposta al pubblico? Sicuramente perché il comune mi ha dato dei riconoscimenti e perché ho potuto contare sull’aiuto di importanti collaboratori. Chi è il tuo pubblico? Cosa pensi di lui? Non mi importa che le mie mostre siano frequentate da gente ricca o importante, mi interessa che ci siano le anime. In realtà non posso dire di avere già un pubblico: non sono ancora molto conosciuto come artista. Le persone che visitano le mie mostre, in generale, credo siano persone semplici che vivono poco l’arte e la conoscono solo attraverso i libri e la tv. Una scarsa conoscenza dell’arte spesso spinge la gente a fare delle associazioni superficiali tra gli artisti: mi è capitato in passato di essere paragonato a Munch, in realtà il confronto non mi piace… ogni opera d’arte è un capolavoro unico perché espressione dell’individualità di chi l’ha creata. C’è qualche particolare curioso, riguardante le tue mostre, di cui vuoi parlare? Nonostante l’importante aiuto dei collaboratori, cerco sempre di fare il più possibile da solo, soprattutto per quanto riguarda l’allestimento degli interni in cui le mostre vengono realizzate. Per esempio, per me, è importantissimo l’utilizzo dell’incenso (lo considero un richiamo per gli angeli) e delle candele (bruciano ciò che di negativo c’è nell’aria e rappresentano uno strumento di comunicazione con l’aldilà). Una volta, a Parigi, a causa di problemi tecnici, per l’allestimento di una mostra, decisi di ricoprire l’intero pavimento di foglie secche (raccolte da me) per coprire il pavimento. Qual è il significato dei “painted smiles” ? Si tratta di sorrisi “di facciata”, fatti con il viso, ma non con il cuore… sono i sorrisi delle persone che vogliono apparire felici, ma in realtà non lo sono… sono i sorrisi di chi nasconde la propria individualità dietro il conformismo di una società dell’apparenza… sono il simbolo dell’ipocrisia di un mondo che ostacola l’espressione della nostra interiorità. I “sorrisi dipinti”, esposti alla mia mostra, in realtà, sono immagini che ricoprono dei quadri preesistenti, dipinti da me in passato e carichi di angoscia. Con i miei quadri voglio diffondere dei messaggi in grado di raggiungere la gente… la gente non avrebbe mai apprezzato i dipinti “nascosti sotto i sorrisi” perché troppo carichi di sensazioni negative. Inoltre, riempiendo con macchie di colore delle forme precostituite, conferisco al dipinto un nuovo significato… si tratta di una tecnica che valorizza l’imperfezione della macchia di colore. Cosa ti aspetti dall’inaugurazione della mostra? Quando uno stimolo esterno ci colpisce, questo ci lascia qualcosa dentro: voglio che i miei dipinti colpiscano la gente, suscitino nelle persone delle emozioni, facciano emergere gli stessi pensieri che io ho provato mentre creavo l’opera. Quali sono i colori che preferisci? Ogni colore ha uno specifico significato perché suscita delle emozioni ben precise. Sicuramente non potrei mai rinunciare al bianco, al rosso e al nero. Mi piace particolarmente il viola per il senso di mistico che trasmette. L’arancione mi fa pensare al tramonto e quindi alla fine di qualcosa e l’inizio del nuovo giorno, l’azzurro mi da il senso dell’infinito (perché è il colore del cielo), e così via. Progetti per il futuro? Dopo aver raggiunto i miei obiettivi in Sicilia, voglio perseguire l’obiettivo nazionale (ho già in programma per il prossimo inverno delle mostre a: Ferrara, Roma, Milano e Bologna) ed internazionale. Voglio che dopo la mia partenza, la mia casa, con tutte le opere d’arte che contiene, rimanga aperta al pubblico. Hai mai dedicato dei quadri a qualcuno ? Lo faccio sempre. In tutte le mie opere inserisco qualche elemento legato al mondo e alle persone che mi circondano. Qualsiasi stimolo esterno che mi lascia un segno dentro, viene in qualche modo rappresentato nelle mie opere. / Catania, 22 luglio 2006 di Elisa Toscano – (176 – il saluto)
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La mattina è un buongiorno, la sera è un ritorno, la notte un ponte tra qui e il sogno
(Il Terzo Fiore) – Avrei voluto tanto studiare architettura, ancora oggi ritrovo delle forme che un giorno mi piacerebbe realizzare in grande scala, poterle vivere. Il completamento dell’architetto è l’artista, la pittura come la scultura sono sentieri invisibili che tracciano l’anima collettiva. / Provo ammirazione per quei corpi anziani che si muovono lentamente, saggi osservano, continuano a comprendere.
La Valle del Dittaino e l’Albero dei Ricordi
Bambini venivamo a villeggiare con Zio Michele e Zia Matilde in questa vallata, il silenzio si intervallava tra il canto degli uccelli e la campanella della stazione che anticipava i treni di passaggio. Trascorrevamo i pomeriggi a vagabondare tra l’agrumeto e il pereto, raccontandoci storie da brividi che non ci avrebbero fatto dormire la notte. La mattina la sveglia era puntuale alle prime luci, la zia ci faceva trovare una semplice colazione in cucina, e il via libera per il sentiero della pesca. Avevamo il mito della diga e dei suoi pesci che nelle rare occasioni di piena, si riversavano nel fiume, sognavamo pescarci senza mai in realtà tirarci fuori un granchio. Ogni volta che ci passo, l’emozione è intensa, momenti trascorsi, armonia delle stelle, le feste e la cioccolata mangiata in soffitta. Nei magazzini l’odore dei trattori, amavo sedermici alla guida e viaggiare d’immaginazione per le distese di grano. (Speciale/Li Destri)
Catania Palermo Ferrovia del Sentimento. Roccapalumba Alia – Mondi Perduti Archeologia della Memoria
Gratitudine
Sentimentale Primitivo Cupola San Giorgio, Simmetria della luce, Bellezza Guardiana del Templio, Tegole e Pietre, Terra Iblea, Atto Poetico, Comignoli, Scala Cucciola Mia, Finestre dei ricordi. / Sfere Rispetto Pianeta (61/70) – Occhi bambini custodiscono candore, ricordi dell’infanzia sono radice dell’anziano. L’obbiettivo di una causa superiore al proprio benessere, ricerca comprensione dell’essere. Amore incondizionato, sensibilità. Ripristinare consapevolezza superiore, l’amore è la chiave del successo spirituale. Il divino scopo è il più magnifico dei tesori. Carità, disdicevole lo scetticismo nell’accettare benevolenza. Principio universale, centro della coscienza, unità, fratellanza. (Ibla Visionaria)
Parentesi Clonate
Cambia l’odore, le foglie chiacchierano col vento, le nuvole disegnano. (Il Giardino dentro il giardino)
Parentesi, seme di un nuovo spazio interiore. Si aprivano le porte, si organizzava la collaborazione, iniziava la condivisione. Autenticità, umanità, sentimento muta attraverso il sentire. Ricordo a volte il tremolio alle gambe per il carico, ero presente fuori misura, dentro l’abito respiravo unione, racconto del giorno. (Clone Zone)
Esperienze di un ragazzo anziano, simbolismo onirico, oro. Il Principio è importante, contrasti d’autore. (Mezzanine Living)
Corrispondenza
Carissimo Claudio, eccomi alle prese con l’ennesima avventura espositiva, dopo aver accolto con entusiasmo l’invito che la Fondazione Peano di Cuneo mi ha rivolto al fine di presentare nella città in cui vivo e opero, una significativa mostra personale. Dopo le due precedenti esposizioni tenute a Cuneo in altre sedi, (2011 e 2019) intitolate “Macchine del tempo”, dedicate rispettivamente alle opere pittoriche degli anni ’60 la prima, e degli anni ’70 la seconda, non potevo che riproporre lo stesso fortunato titolo, perfetto anche per questa esposizione dei miei dipinti eseguiti negli anni ’80 del secolo scorso. Il titolo: Macchine del tempo, gli anni ’80, richiama da subito la memoria ad un passato denso di tanti avvenimenti, talora lieti e talora drammatici, dai quali la mia sensibilità artistica trovò spesso fertile terreno di ispirazione che mi fornì il pretesto per realizzare un cospicuo numero di opere pittoriche eseguite con svariate tecniche e dimensioni. Basti ricordare ad esempio la strage di Bologna, il disastro di Chernobyl e dello Shuttle Challenger, la caduta del muro di Berlino, ecc. per citare solo alcuni fatti eclatanti. Ben inteso che qui non si parla di rivisitazioni (si rivisita solo ciò che si è abbandonato), al contrario: si tratta di un operazione presente, al presente e del presente […] del fatto mai abbastanza ricordato che le opere non sono le loro date, ma tutt’al più assoluti pittorici. (1) Il curatore della mostra in oggetto, Enrico Perotto, sottolinea in modo chiaro che, lungi dal cadere nell’equivoco di un operazione meramente nostalgica, questa personale si offre per far conoscere e documentare, i valori fondamentali del mio fare pittura, ieri come oggi, contraddistinti da una necessità vitale e da quel bisogno assoluto di liberare energia creativa. Questo in breve riassume ciò che la mostra può raccontare al visitatore delle mie istanze di allora, a cui ho cercato di dare alcune risposte, usando la forza del colore e il messaggio criptato dei segni, ma rispondendo con totale libertà e gioia. Cesare Botto, Cuneo 23-05-2022
Nella nostra assenza ci affezioniamo. Preziosa Acqua – Mummificazione di un Pomodoro – Argilla Spirituale Ulivo – Terre di Gammazita
old iron
Vado a prendere una bottiglia d’acqua e torno, sembra quasi non essermi accorto che l’azione fosse secondaria al chiamo, a quell’impulso che ti fa dimenticare la strada per portare a termine la missione, salvare una memoria, un trascorso che merita essere esposto. Un segnale stradale, tra i più usurati mai visti, era lì ad attendermi, capovolto, poggiato a terra chiamava soccorso, poteva divenire rifiuto. Supereroe è il suo nome, all’incrocio di quella strada, difronte la piscina comunale della playa avrà assistito a molte storie, fotografato molti particolari che fluttuano tra la sabbia di quel mare a pochi metri.