Appunti di un Diario Visionario, Sicily Contemporary Artist, 134 Visioni Melodiche, Sala Consiliare Rispetto Pianeta, Impronta Concettuale
019 COLONIA
Erano rimaste le ultime ore,
HOHE STRASSE
desideravo non lasciarmi sfuggire questa opportunità.
desideravo poterlo stendere all’ingresso della Cattedrale.
Ho provato spiegare, e nel frattempo mi affidavo a quel silenzio di preghiera.
Non ho potuto fare a meno di donare due pianetini di argilla.
Il primo l’ho donato alla pietra che sorregge, il secondo a Claudio, amico custode che ha provato a esaudirmi dal non mettere il telo in Cattedrale, lui non parlava l’italiano, ma mi ha donato l’ascolto del suo cuore.
La musica, la visione, il suono del volo, il canto in lontananza, l’ascoltare del sole che passeggia tra le strade, le voci, mi hanno chiamato all’opera.
La speranza è una promessa, che ci aspetta dal primo passo verso il sospiro, appena fatto il giro, tutto torna in posizione.
Germania, Italia, Londra, Parigi, i Tre Santi vegliano sul mio percorso.
Mai ricordo di aver provato così sicurezza nell’affermare quel momento, la tela, quello era il suo spazio, quella la sua impronta.
Le persone quando ci salivano, era come se entrassero in contatto con la superficie, come se varcassero una dimensione, almeno questa resta la mia illusione.
Ogni impronta porta un peso, una storia, un vibrare presente.
Ogni passaggio rende sempre più familiare, il contatto tra tela e suolo.
In quel preciso momento, la tela sta filtrando l’interazione della vita attraverso la memoria del movimento.
Un messaggio di speranza spontaneo.
Il pavimento di casa, dove tutti siamo familiari.
Siamo tutti di passaggio, dobbiamo rispettare ciò che ci ospita.
Dovremmo piantare alberi, cercare la luce che nutre in tutto.
Il mondo è amore se si guarda con gli occhi dell’amore.
Quello che fotografo è quello che sento, io dipingo il mio sentimento.