Bambino cammina, fragili gambe iniziano a formarsi, piccole spalle reggono raggi del sole, il suono di una 500 passeggia in cortile. Presidente ha visto l’insegna stop si ricomincia? Non riesco a spiegare, forse pochi riescono a sentirne il suono quasi impercettibile, profondo, infinito e lineare a cui l’universo è legato. Contenuto nelle parole, la parabola delle piccole cose, l’osservazione di una goccia di rugiada, sarebbe meglio camminare mano con mano per non disperdersi. Ammiro due donne africane, non saprei riconoscere la provenienza, l’ombelico è tribale, connesso all’eleganza della foresta, colori sono lo sfondo del riflesso delle stelle, molte, luminose proteggono il buon senso.
Vetro sopra la tovaglia, mantiene la stoffa candida, bianca, soave. Un carrello della spesa passa sopra una grata, mitraglia il suono, un autobus vuoto ne intona il ritmo. Non sei felice? Una madre chiede al figlioletto intento a mangiare la sua granita di cioccolato, il padre appena arrivato esclama ..bello questo Bar. Ho l’impressione che la mia boccia compostiera, nutra insettini che a loro volta alimentano il canto dei dolci volatili.
A me non cadono più i denti dice uno dei figli, ha ordinato un arancino al burro, è giovane, spensierato, ricco di risorse libere dal manifestarsi, freschezza della nascita, calore dell’abbraccio, prime luci.