Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo. (Vincent Van Gogh) – Ho un sogno: Sono un creativo indipendente, da sempre opero dentro la visione nella creazione di spazi che possano divenire contenitori di connessione tra universi che confluiscano energie per il fine comune dell’armonia cosmica. Cerco da tempo una grande struttura che possa ospitare, incarnare questo pensiero bambino radicato in terre di antica memoria. Una vibrazione che comunica in silenzio. La ricettività è il fine ultimo della comunità, l’ospitalità, la condivisione. Grato / Ricerca Visione Presente (Il Sapere del Seme)
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Prima di essere corpo siamo sogno
Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato. (Robert Louis Stevenson) – Caro amico, non potrei confidarti le miserie che tentano affliggere l’animo mio. Pensiero mi consola, amo il mondo per la natura reale che ci ristora. Perdono, perdonarsi e riflettere. Meditare il presente, cercare il meglio e pregare, ritrovarsi con se stessi. (La chiave di volta) / Geometria del seme (Ulivo) – Tavolo di lavoro
Spazio Limitato Tempo Occultato
Di corsa sempre di corsa, ogni tanto mi ricordo ma poi l’ora è tarda. Una visita spirituale, una preghiera silenziosa vorrei fare. – Modello, sistema, civiltà presente proiettata nel futuro, porte della disillusione. Ipocrisia a discapito della periferia, paradosso di un salotto che riceve nel disordine. Circonferenza del benessere travestita di apparenza. Fragile e sottile è la linea che non vede confine tra l’umano sentire e l’inumano pensiero. / Metropoli del Melograno, Mia Manager Corso Sicilia, Piccoli Soli d’Argilla Protezione delle Stelle, Viale XX Settembre, Via De Felice, Via Grotte Bianche. (Catania Visionaria)
A piccoli passi
Oro del mattino, oro del tramonto, preparazione alle stelle. Mi piace sentire i gabbiani, le rondini mi rasserenano, un nuovo tempo inizia esistere. Pax (Racconti Sigillati) – Acrylic 80/59 cm
Sarebbe tutto più semplice se l’uomo rallentasse la marcia, mi sembra inverosimile che continuiamo a chiamare piazza un posteggio. Non mi scandalizzano i rifiuti per strada, quello che mi addolora è il rifiuto in genere, sono risorse e non scarto. Piazza Giovanni Verga (Il Parco Ritrovato) – Mia è il mio centro. Tracce oniriche, apprendimento, realizzazione. Nutrimento della pioggia – Acrylic 28/23 cm.
Piccoli soli d’argilla custodiscono semi di Amarena. Per sconfiggere il buio bisogna amplificare la luce. Nella città dei bar c’è chi ancora crede nella preghiera. Pace in Terra
Monopattini e amuchina, c’è chi indossa la mascherina. Il vicino ascolta il Tg, il sonoro è lo stesso di quando mio nonno si lamentava del prezzo del pane. Seduto in Corso Sicilia medito l’aria del Mediterraneo, soffiano le onde, narrano sopra il pavimento, sistema corre verso l’anatema. Sguardi si sfiorano, curiosi di un mondo che si rigenera. Sorrisi sono dono di una bandiera di condono, perdono.
Esplosione di creatività, Universo interiore pieno di emozioni da filtrare, trasformare, un’energia enorme, come la purezza che viene stravolta quasi violentata, sconvolta, da creare una ferita che deve essere guarita, ma si trasforma in espressione creativa piena di pulsioni emotive alla ricerca di un’essenza che l’aiuti a placare. (Maria Castiglione)
Corrispondenza
Carissimo Claudio, eccomi alle prese con l’ennesima avventura espositiva, dopo aver accolto con entusiasmo l’invito che la Fondazione Peano di Cuneo mi ha rivolto al fine di presentare nella città in cui vivo e opero, una significativa mostra personale. Dopo le due precedenti esposizioni tenute a Cuneo in altre sedi, (2011 e 2019) intitolate “Macchine del tempo”, dedicate rispettivamente alle opere pittoriche degli anni ’60 la prima, e degli anni ’70 la seconda, non potevo che riproporre lo stesso fortunato titolo, perfetto anche per questa esposizione dei miei dipinti eseguiti negli anni ’80 del secolo scorso. Il titolo: Macchine del tempo, gli anni ’80, richiama da subito la memoria ad un passato denso di tanti avvenimenti, talora lieti e talora drammatici, dai quali la mia sensibilità artistica trovò spesso fertile terreno di ispirazione che mi fornì il pretesto per realizzare un cospicuo numero di opere pittoriche eseguite con svariate tecniche e dimensioni. Basti ricordare ad esempio la strage di Bologna, il disastro di Chernobyl e dello Shuttle Challenger, la caduta del muro di Berlino, ecc. per citare solo alcuni fatti eclatanti. Ben inteso che qui non si parla di rivisitazioni (si rivisita solo ciò che si è abbandonato), al contrario: si tratta di un operazione presente, al presente e del presente […] del fatto mai abbastanza ricordato che le opere non sono le loro date, ma tutt’al più assoluti pittorici. (1) Il curatore della mostra in oggetto, Enrico Perotto, sottolinea in modo chiaro che, lungi dal cadere nell’equivoco di un operazione meramente nostalgica, questa personale si offre per far conoscere e documentare, i valori fondamentali del mio fare pittura, ieri come oggi, contraddistinti da una necessità vitale e da quel bisogno assoluto di liberare energia creativa. Questo in breve riassume ciò che la mostra può raccontare al visitatore delle mie istanze di allora, a cui ho cercato di dare alcune risposte, usando la forza del colore e il messaggio criptato dei segni, ma rispondendo con totale libertà e gioia. Cesare Botto, Cuneo 23-05-2022
Nella nostra assenza ci affezioniamo. Preziosa Acqua – Mummificazione di un Pomodoro – Argilla Spirituale Ulivo – Terre di Gammazita