Se non fosse per il nostro concetto di pesi e misure, staremmo in riverente ammirazione davanti alla lucciola così come lo siamo davanti al sole. (Khalil Gibran) – Nel paganesimo si facevano sacrifici anche umani o di animali per fare omaggio alle divinità. Oggi, nonostante il clima, l’ossigeno, l’estinzione dei suoni notturni devozione degli antichi poeti, si sparano bombe come se questo sia gradito dal Padre Celeste.
E mi piace la notte ascoltare le stelle… sono come cinquecento milioni di sonagli. (Antoine de Saint Exupery)
Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia. (Ernest Hemingway) – Un estraneo, estraneo non è. Scorgere il profondo passaggio tra cielo e terra. Nell’Africa Nera, Piccolo Fiume mi ha confidato che è la stagione delle piogge. (Rispetto Pianeta)
Il dono più grande del giardino è il ripristino dei cinque sensi. (Hanna Rion) – La voglia che ho di fare non la scambierei neanche con tutto l’oro del mondo. / Sfere Rispetto Pianeta 481/490. Ci ritrovammo arruolati al passo che scorge storia, Avere consiglio dalle voci che popolano gli spazi senza varcare tempo, Godere della superficie della luce che accarezza ombre all’ingresso di un centro, Considerazione della bellezza che sussurra parola, Giunti all’improvviso difronte una scala, L’aria si prestò a veicolare intenso profumo di rinascita, Respiro consapevole privilegio del sentiero, Ogni incontro risposta al nostro reale bisogno, Anzianità di una porta, Giardino dei cuori felici. (Sicily needs love)
Scudi del Suo Mantello, Custode dei sogni. Uso e Riuso della Materia, Riscatto del Rifiuto. (Mia) – Ci sono notti che il sogno contiene intere civiltà, la giostra gira mentre il circo chiude. Fuochi d’artificio, povere libellule senza più acqua. (Oasi Playa) – Causa Traina Missione, Giardino Spirituale Risveglio Coscienza Globale
Carissimo Claudio, eccomi alle prese con l’ennesima avventura espositiva, dopo aver accolto con entusiasmo l’invito che la Fondazione Peano di Cuneo mi ha rivolto al fine di presentare nella città in cui vivo e opero, una significativa mostra personale. Dopo le due precedenti esposizioni tenute a Cuneo in altre sedi, (2011 e 2019) intitolate “Macchine del tempo”, dedicate rispettivamente alle opere pittoriche degli anni ’60 la prima, e degli anni ’70 la seconda, non potevo che riproporre lo stesso fortunato titolo, perfetto anche per questa esposizione dei miei dipinti eseguiti negli anni ’80 del secolo scorso. Il titolo: Macchine del tempo, gli anni ’80, richiama da subito la memoria ad un passato denso di tanti avvenimenti, talora lieti e talora drammatici, dai quali la mia sensibilità artistica trovò spesso fertile terreno di ispirazione che mi fornì il pretesto per realizzare un cospicuo numero di opere pittoriche eseguite con svariate tecniche e dimensioni. Basti ricordare ad esempio la strage di Bologna, il disastro di Chernobyl e dello Shuttle Challenger, la caduta del muro di Berlino, ecc. per citare solo alcuni fatti eclatanti. Ben inteso che qui non si parla di rivisitazioni (si rivisita solo ciò che si è abbandonato), al contrario: si tratta di un operazione presente, al presente e del presente […] del fatto mai abbastanza ricordato che le opere non sono le loro date, ma tutt’al più assoluti pittorici. (1) Il curatore della mostra in oggetto, Enrico Perotto, sottolinea in modo chiaro che, lungi dal cadere nell’equivoco di un operazione meramente nostalgica, questa personale si offre per far conoscere e documentare, i valori fondamentali del mio fare pittura, ieri come oggi, contraddistinti da una necessità vitale e da quel bisogno assoluto di liberare energia creativa. Questo in breve riassume ciò che la mostra può raccontare al visitatore delle mie istanze di allora, a cui ho cercato di dare alcune risposte, usando la forza del colore e il messaggio criptato dei segni, ma rispondendo con totale libertà e gioia. Cesare Botto, Cuneo 23-05-2022
Nella nostra assenza ci affezioniamo. Preziosa Acqua – Mummificazione di un Pomodoro – Argilla Spirituale Ulivo – Terre di Gammazita
Oasi del Simeto, Capanna dei miei 47 anni – Ho fatto un riassunto dei ringraziamenti. Non siamo mai in ritardo quando viviamo nello spazio infinito del cuore. Dipingere di bianco, mettere ordine. Quanto stavamo dormendo tutti nel realizzare rifiuti! Sento ancora le cicale, l’odore del mare, il sentimento della pietra, il vento accarezzare le foglie.
La Cava di Lentini, L’Etna incontra gli Iblei. La nostra anima unita ha bisogno spazio. Rosa nel mio cuore. Il ponte degli abbracci: Vi ho pensato parecchio, a volte quando mi siedo a casa è come se fossi da voi. Quando rivedo anche solo un componente della tua famiglia ti ritrovo.
Quante cose il silenzio conosce di noi? Arriverà un momento che ci siederemo ai piedi di un albero. Che bella luce avevi questa mattina, gli auguri sono carezze al cuore. Amicizia, sentimenti condivisi, che la nuova era possa essere clemente, l’armonia possa trionfare.
Ho ritrovato un miraggio di sorgente, periodo intenso, affidarsi al caso, ottimo testimone del tempo. Sentire meglio il trascorso, bene prezioso e inestimabile, custode del buonsenso. Ricordo e tengo memoria come profonda guida spirituale sull’avvenire. Pigna nel centro della mia altezza. (Preparazione al mantenimento)
Riscatta Piana Comunità Agricoltura Manuale – Penso ai semi sparsi, al disegnare del vento, al benedire della luna. (Statua Semenza)
Alla playa ci sono gabbiani spiaggiati, ho telefonato a tutte le associazioni, enti e polpette varie, niente. Shalom vivrà con Mia fin quando non riprende forze. Ieri il tempo non è stato clemente, il genere umano è troppo centrato su se stesso, sfugge che ci sono molti animali in difficoltà. Bisogna organizzarsi per dare soccorso. Spiaggiati, che si ritrovano senza risorse per autogestirsi, senza energie a sufficienza per potersi muovere da dove risiedono.
Dove era Vigna. Museo dello Spazio Oasi della Playa. Ambasciata Planetaria Rispetto Pianeta.
Come una corda intrecciata sorregge il peso. Tessera omaggio per tutti, consumazione obbligatoria. Ogni momento è storia. Meglio un ventilatore oggi che un condizionatore domani. Aprire finestre alla luna, canto delle cicale, vento del mare, dei deserti, delle montagne, armonia delle stelle.
Anticamente andavano a galoppo sui tori, le case erano fatte di pietra, e ogni famiglia col passare delle generazioni aggiungeva nuove angolazioni per ogni nascita. La sera era sempre pronto un fuoco, e gli alberi erano considerati parte integrante della dimora, insieme a fontane e pavimenti scalzi. Scendendo le scale, odori mi trasportano in antiche memorie, suoni provenienti da casuali incontri danno il benvenuto a visioni passate, immortali viaggiano nel tempo, sensibile pellicola dello spazio.
Ho visto un gruppo di ragazzi raccogliere dalla strada plastica e carta, lamiere e rifiuti in una lingua a me sconosciuta, mi piacerebbe che tutto potesse rivivere dentro un ciclo che rispetti la vita. Oleandri, mi piacciono ma temo che l’ignoranza del sempre fiorito, avveleni lontano dai deserti. Ogni pianta in natura ha origini ben precise, agrumi, banani, ulivi, carrubi, melograni, fichi sono di questa terra benedetta dal sole. Bisogna urgentemente staccarsi dall’andare veloce, soffermarsi sul disegno di ogni foglia, entrarci, comprendere le infinite possibilità offerte.
Un pensiero nuovo era stato piantato in cima alla collina, anche da terra remota è possibile oggi ammirare. Bisogna essere davvero incoscienti a voler proseguire i lavori della metro. Etna, anima primitiva, ha conosciuto tutti e il tutto, la sua famiglia possiede l’universo, insieme agli oceani, i venti e lo spirito delle stelle. L’unico ponte che dovrebbe essere costruito e tra qui e il dopo.
Quando l’uomo comprenderà che è solo di passaggio, forse la dimensione umana potrà riprendere spazio. Non è la dimensione a dedurre lo spazio, ma lo spirito che ci transita.