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Sorrisi Dipinti @ 2006

Painted Smiles – Dietro un’apparente ipocrisia, si cela un pensiero negato. Quali obiettivi vuoi realizzare con questa tua mostra? Attraverso i miei dipinti vorrei riuscire a stimolare la coscienza della gente, spingere le persone a riflettere di più. Oggi non siamo più abituati a condividere sentimenti ed emozioni, viviamo con un costante atteggiamento di chiusura e alienazione, i semplici gesti che trasmettono emozioni, come l’abbraccio, non vengono apprezzati o addirittura vengono fraintesi. Le persone stanno dimenticando cos’è l’amore perché lo identificano con la pace, in realtà si tratta di due cose diverse: la pace dell’essere può essere raggiunta anche nell’isolamento, l’amore presuppone condivisione di emozioni ed empatia. Quando ti sei reso conto di possedere una vena artistica? Già da piccolino avvertivo un forte bisogno di esprimermi. Sia a scuola che in famiglia ero assente, mi rifugiavo in una dimensione interiore che mi permettesse di estraniarmi dall’ambiente reale e di vivere in un mondo tutto mio, alternativo, più ricco di quello reale. Sono sempre stato un attento osservatore del mondo e della gente. Io credo nella reincarnazione: un mago una volta mi disse che in una vita passata ero un eremita… in questa vita, al contrario, ho deciso di esprimere e condividere anche la mia dimensione interiore. Ho iniziato ad esternare il mio desiderio di espressione ed interazione col mondo, dedicandomi ad attività che mi permettessero di stare a stretto contatto con la gente. All’epoca ero un sognatore: ho aperto una discoteca allo scopo di creare una dimensione al di fuori del reale, una sorta di oasi, un’isola dove la gente riuscisse ad essere sé stessa, mettendo da parte l’apparenza. Essermi addentrato in quel mondo, mi ha permesso di capire tante cose: innanzitutto il continuo contatto con la gente ha affinato la mia capacità di comprendere le persone, mi rendevo conto che quelle che mi circondavano non erano felici e che io mi arricchivo coltivando i vizi e le infelicità altrui. Ero sceso a compromessi con un tipo di società (occidentale, consumistica) che non ti impartisce regole di vita, ma obiettivi standard. Grazie a questa esperienza ho però avuto un’illuminazione: non tutti i mali vengono per nuocere, i mali ti si presentano nel corso della vita per permetterti di conoscere e capire la vita stessa, per presentarti cos’è la vita. Stanco di quel tipo di vita, ho deciso di andare a vivere per un periodo in India alla ricerca di nuovi stimoli: ho così intrapreso un percorso di crescita spirituale che mi ha permesso di giungere alla comprensione che ho oggi. Ho capito che è possibile ed è bello costruire qualcosa di importante non con i soldi, ma con la creatività: ho iniziato a dar spazio alla mia creatività investendo e canalizzando la mia energia attraverso un percorso che non intacca i miei ideali, i miei principi, i miei valori. Ho deciso di dedicarmi interamente all’arte! Inizialmente non volevo esporre le mie opere… poi sono stato convinto a farlo: così sono ritornato ad appartenere al mondo! Cosa rappresenta l’arte nel tuo percorso di vita? L’arte è ciò per cui vivo. Ho ricevuto allettanti proposte di lavoro al di fuori della Sicilia e anche dell’Italia, ma ho rinunciato, scegliendo di seguire un Percorso Inverso rispetto a quello standard. In Sicilia, realizzare progetti ambiziosi, farsi conoscere, acquisire visibilità, riuscire a diffondere tramite l’arte un messaggio, è particolarmente difficile. Molti, scoraggiati dalle difficoltà, vanno via, rinunciano a lottare per valorizzare le tante risorse che la nostra terra possiede. Io credo che sia giusto rimanere per esprimere qualcosa, per dare degli input, per lasciare alle generazioni future degli stimoli che li spingano a rimanere. Qual è la tua visione dell’arte in relazione alla realtà? Oggi tutte le forme di manifestazioni artistiche sono appiattite, statiche, standard. Io voglio invece che ciò che faccio vada al di là dei canoni e delle regole, sia qualcosa di originale che esprima la ricchezza e la varietà della mia dimensione interiore. La società tende ad omologare, ad appiattire le diversità, io penso invece che bisogna valorizzare la profondità infinita dell’individualità dell’essere umano. Per me l’arte non è riproduzione fedele e precisa della realtà esterna, ma espressione della dimensione interiore dell’uomo. Chi è Claudio ? E’ un ricercatore! Un ricercatore che cerca di comprendere e spiegare agli altri l’irrazionalità e l’energia che l’essere umano possiede e che una persona comune potrebbe definire pazzia. Credo che l’arte sia anche una religione, una filosofia, uno stile di vita. Attraverso l’arte, esprimiamo quei pensieri e anche quelle follie che arricchiscono la realtà. A livello economico la mia attività non mi dà molto, mi dedico all’arte per un altro scopo… lasciare all’umanità una quantità di opere d’arte talmente grande da permettermi di essere ricordato nel tempo. Quale, tra le tante manifestazioni artistiche alle quale ti dedichi, ti soddisfa di più? Il mio sogno è che qualcuno (sicuramente una persona fuori dal comune, con una notevole forza interiore) mi proponga di ridisegnare una piazza, magari quella di una zona periferica e socialmente degradata. Avendone la possibilità, riempirei tale piazza di spazi verdi, laghetti, piccole cascate, alberi particolari, creerei sotterranei dotati di oblò dai quali “spiare” il mondo dal basso, scriverei poesie sul pavimento, darei alla gente che la frequenta la possibilità di praticare la cromoterapia… darei vita ad un luogo capace di dare emozioni, progettato e costruito a misura di bambino. Non accetto il nostro mondo così com’è, per questo sogno di costruire io un mondo diverso in cui vivere: un progetto che sto cercando concretamente di realizzare riguarda il palazzo in cui vivo, che vorrei completamente ridipingere. Secondo te, perché la tua mostra dell’anno scorso è stata riconfermata e riproposta al pubblico? Sicuramente perché il comune mi ha dato dei riconoscimenti e perché ho potuto contare sull’aiuto di importanti collaboratori. Chi è il tuo pubblico? Cosa pensi di lui? Non mi importa che le mie mostre siano frequentate da gente ricca o importante, mi interessa che ci siano le anime. In realtà non posso dire di avere già un pubblico: non sono ancora molto conosciuto come artista. Le persone che visitano le mie mostre, in generale, credo siano persone semplici che vivono poco l’arte e la conoscono solo attraverso i libri e la tv. Una scarsa conoscenza dell’arte spesso spinge la gente a fare delle associazioni superficiali tra gli artisti: mi è capitato in passato di essere paragonato a Munch, in realtà il confronto non mi piace… ogni opera d’arte è un capolavoro unico perché espressione dell’individualità di chi l’ha creata. C’è qualche particolare curioso, riguardante le tue mostre, di cui vuoi parlare? Nonostante l’importante aiuto dei collaboratori, cerco sempre di fare il più possibile da solo, soprattutto per quanto riguarda l’allestimento degli interni in cui le mostre vengono realizzate. Per esempio, per me, è importantissimo l’utilizzo dell’incenso (lo considero un richiamo per gli angeli) e delle candele (bruciano ciò che di negativo c’è nell’aria e rappresentano uno strumento di comunicazione con l’aldilà). Una volta, a Parigi, a causa di problemi tecnici, per l’allestimento di una mostra, decisi di ricoprire l’intero pavimento di foglie secche (raccolte da me) per coprire il pavimento. Qual è il significato dei “painted smiles” ? Si tratta di sorrisi “di facciata”, fatti con il viso, ma non con il cuore… sono i sorrisi delle persone che vogliono apparire felici, ma in realtà non lo sono… sono i sorrisi di chi nasconde la propria individualità dietro il conformismo di una società dell’apparenza… sono il simbolo dell’ipocrisia di un mondo che ostacola l’espressione della nostra interiorità. I “sorrisi dipinti”, esposti alla mia mostra, in realtà, sono immagini che ricoprono dei quadri preesistenti, dipinti da me in passato e carichi di angoscia. Con i miei quadri voglio diffondere dei messaggi in grado di raggiungere la gente… la gente non avrebbe mai apprezzato i dipinti “nascosti sotto i sorrisi” perché troppo carichi di sensazioni negative. Inoltre, riempiendo con macchie di colore delle forme precostituite, conferisco al dipinto un nuovo significato… si tratta di una tecnica che valorizza l’imperfezione della macchia di colore. Cosa ti aspetti dall’inaugurazione della mostra? Quando uno stimolo esterno ci colpisce, questo ci lascia qualcosa dentro: voglio che i miei dipinti colpiscano la gente, suscitino nelle persone delle emozioni, facciano emergere gli stessi pensieri che io ho provato mentre creavo l’opera. Quali sono i colori che preferisci? Ogni colore ha uno specifico significato perché suscita delle emozioni ben precise. Sicuramente non potrei mai rinunciare al bianco, al rosso e al nero. Mi piace particolarmente il viola per il senso di mistico che trasmette. L’arancione mi fa pensare al tramonto e quindi alla fine di qualcosa e l’inizio del nuovo giorno, l’azzurro mi da il senso dell’infinito (perché è il colore del cielo), e così via. Progetti per il futuro? Dopo aver raggiunto i miei obiettivi in Sicilia, voglio perseguire l’obiettivo nazionale (ho già in programma per il prossimo inverno delle mostre a: Ferrara, Roma, Milano e Bologna) ed internazionale. Voglio che dopo la mia partenza, la mia casa, con tutte le opere d’arte che contiene, rimanga aperta al pubblico. Hai mai dedicato dei quadri a qualcuno ? Lo faccio sempre. In tutte le mie opere inserisco qualche elemento legato al mondo e alle persone che mi circondano. Qualsiasi stimolo esterno che mi lascia un segno dentro, viene in qualche modo rappresentato nelle mie opere. / Catania, 22 luglio 2006 di Elisa Toscano – (176 – il saluto)

176 - il saluto sorrisi dipinti claudio arezzo di trifiletti

La fanciullezza risiede nel cuore / Acqua di pioggia

Ho poco da lamentarmi, ho appreso da chi non ha niente e rimane sorridente, nessun timore a dormire sopra lo scalone. Dinanzi una chiesa all’uscita di casa era notte, la pioggia nel maltempo faceva della strada desolazione, un palco dove ognuno manifestava la propria relazione. Da sempre, fin da piccino fotografavo nella mente i disagi, percepivo quei dolori come prossimi al mio cuore. Affacciato al balcone, terrorizzato da quell’azione, soffrivo per quei ragazzi che in libertà vivevano in prigione. Mi ritrovo a meditare sul ruolo genitoriale, sulla culla di quel bambino era giunto un cammino. Non è facile ascoltare, ricordarsi di quei momenti e rapportarli in questi tempi. La disperazione è un fatto di alienazione, ognuno vuole ragione mentre c’è chi stenta a credere alla religione. Il pane e il vino sono l’antico dono, creano ristoro e invocano perdono, perdono per un giorno che distratto è passato senza accorgersi di quanto era stato fatto. (Luoghi dell’anima)

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Scale del sapere (Quarantanove)

Passeggio per affievolire la situazione, quando penso reagire mi sovviene un profondo disaggio. Amore, perdono, passaggio, il cuore mi riporta al coraggio. Responsabilità, sono nato per fare, creare, ridare possibilità. Che amara storia il denigrare, limitare chi sapeva volare. Arriva un conto da pagare, non si può sempre ingannare, ci sono doni che bisogna accettare, senza invidia provare. Chi demolisce, perisce dalle macerie riflesse. Chi abbellisce, nutre di speranza, guarisce.  

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Macchine che imitano l’essere umano in una società di umani robotizzati. (formikepazze)

Tutto quel che vedevo mi pareva perverso: una società in cui non si rispetta niente e nessuno, ma in cui tutti credono di essere liberi e di avere diritto a tutto, per finire soli e tristi. (Tiziano Terzani) – Nell’osservare quotidianamente gli elementi, noto che l’acqua pubblica ha avuto un incremento di cloro non indifferente. (Catania Visionaria) / La notte rilasciano la luce e il calore del giorno. Colori vibrano, prossimi a divenire licheni. (Cortile delle Nevi) / Una volta questi suoni erano comunemente presenti. (Caltagirone Visionaria)

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Quando tutto diventa complicato e la verità manifesta in ogni anfratto

(3) Desideravano essere ciò che aveva rinunciato divenire, lo combattevano attraverso ogni genere di ostilità. Ingannati dalle loro ombre, doveva stare attento che non si facessero male. Con poche risorse da devolvere alla difesa, era tutto molto chiaro per non prenderne consapevolezza. L’unica soluzione era la distanza, qualsiasi cosa propositiva veniva fraintesa, un fiore tramutato in spina. L’obiettivo, la demolizione, annientare il suo essere. Non doveva esprimere concetti spirituali e soprattutto testimoniarli, ogni manifestazione era provocazione. La frequenza, la brama di possederla, viverla nella convinzione che imitandolo nella superfice sarebbero giunti alla via. Disagio di quanta pochezza risiedesse, compassione per una veste senza corpo. Cercava riposo e soluzione, un periodo che la frustrazione era evidente nell’animo della gente. Un mondo capovolto, un popolo assorto nelle voci di un regno alla deriva. La correlazione tra il micro e il macro, il privilegio concesso, la comprensione di quante angolazioni risiedessero nell’imputazione. Non farsi trasportare dalle voci di passaggio, sindacare sull’interiore paesaggio. Cause che spingevano la vittima alla contemplazione del dono, alla gratitudine dell’esistenza, all’ignorare quante regnatele si insinuavano in ogni passaggio. La verità non si può rinchiuderla in nessun contenitore, si può viverla a proprie spese, trarne insegnamento. La volontà dall’essere plasmato dalla creazione, divenendo creazione. (Fuga dal deserto) / Quando una persona la si vuol bene, la sua voce resta sempre nei nostri cuori.

Fuga dal deserto @ imprints of peace 1mqdb

Impiegherei la vita intera per ricordarmi di una singola ora contenente l’esistenza

Camminando con Mia, incontro per le piazze coloro che dormono senza riparo, ci sono crude realtà che aumentano giorno dopo giorno, belle risorse portate all’esasperazione. Gente di tutte le età, con storie normali che non hanno avuto nessuna assistenza. Purtroppo, la società diventa sempre più sterile al punto da ignorare uno specchio che appartiene a tutti, forse più ai responsabili che siedono dove potrebbero con un minimo essere d’aiuto.

La gentilezza è la virtù dei forti / Genitoriale

Nulla è tanto dolce quanto la propria patria e famiglia, per quanto uno abbia in terre strane e lontane la magione più opulenta. (Omero) – Enormi tappeti verdi coprivano i tavoli, carte e fish coloravano tra luci soffuse e lumi da disegno, quell’immaginario è l’inestimabile della mia infanzia, quel vocio da tavolo a tavolo, l’equilibrio e il calore da famiglia a nipote. Il ritrovamento di un nido, la passeggiata fino all’antico ulivo “Amos”. Bisogna guardarsi bene prima di procedere col movimento dei ricordi, una corsa in scivolo, curarsi baciando le ferite. Gustavo Rol, nonno Carmelo poteva essergli stato intimo. (Pinerolo) – Passeggiando con Mia, ho ritrovato due pietre inconsuete, tutto ha memoria. Un frammento di un antico pavimento, l’incontro con Alfio mi ha dato l’occasione di sorridere al pronunciare: questo mettilo tra i cotti nella tua casa museo. Scendendo per Via Etnea, abbiamo fatto sosta al Bellini, un piccolo rifugio che ci allieta dalla confusione del Corso Sicilia. A volte mi siedo a leggere velocemente il giornale, così ho chiesto al titolare un foglio di carta. Gustavo Rol, sosteneva che le cose ci appartengono quando le doniamo, così anche il secondo fossile è diventato un ferma sogni. (Buchi Neri) / Tre è il Numero del Re, Porta delle Soluzioni.

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Ogni uomo porta l’intera impronta della condizione umana. (Michel de Montaigne) – Come dovrebbe essere: gli uffici comunali competenti prima di procedere a una rimozione forzata del mezzo invitano i proprietari, o chi per loro, di togliere autonomamente il veicolo. Comune di Belpasso (La Sicilia 29.02.24) / Forse servirà ferro da trasformare, ai tempi di guerra lo requisivano, ma questa è una cosa che mi fa stare ancora più male. Oggi ho visto persone davvero in difficoltà, sono tempi paradossali, aria fredda. (Catania Visionaria)

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La nostra macchinina
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La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro. (Northrop Frye) – Mia che attende il nostro turno, Esposto Blindato, Società, Venature, Nutrimento dell’anima mia, Polmone di Speranza Villa Bellini, Chiesa di Santa Caterina.

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Spazio Limitato Tempo Occultato

Di corsa sempre di corsa, ogni tanto mi ricordo ma poi l’ora è tarda. Una visita spirituale, una preghiera silenziosa vorrei fare. – Modello, sistema, civiltà presente proiettata nel futuro, porte della disillusione. Ipocrisia a discapito della periferia, paradosso di un salotto che riceve nel disordine. Circonferenza del benessere travestita di apparenza. Fragile e sottile è la linea che non vede confine tra l’umano sentire e l’inumano pensiero. / Metropoli del Melograno, Mia Manager Corso Sicilia, Piccoli Soli d’Argilla Protezione delle Stelle, Viale XX Settembre, Via De Felice, Via Grotte Bianche. (Catania Visionaria)

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Tratti d’anima

Amicizie tramandate, consolidate nel tempo respirano lo spazio, si rafforzano nelle amareggiate, si affidano al buonsenso. L’opera parte dal colore, la casa dalla pietra, il tratto dall’anima. La vita è fatta di equilibri, bisogna aver presente la realtà (Le scale di pietra)

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Piazza dei Martiri, La forza di un cucchiaino (1V18000) – Casa/Studio Architetto Giovanni Battista Vaccarini (Panni stesi alla Civita) – Mediterraneo Murale Amt Art Project – Archi della Marina, Villa Pacini /Amenano (Democrazia del suono)

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Villa Manganelli (Via San Giuliano) – Risorsa del Seme /Clementina, Only Custodisce – Porta della Sapienza /Suono pervade, Onore alla coscienza – Piazza Stesicoro /Teatro Romano (Fuga del pensiero)

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Convento San Domenico – Esseri Piumati – Farfalle a riposo /Mandala Largo Paisiello – Oasi Playa – Liotro Verde Natale /Memoria di un popolo (Piazza Università)

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Meraviglia che attecchisce /Forza della luna, Natura dell’aglio – Piazzetta Scammacca (Catania Visionaria)

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Risorse del quieto vivere

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Il Parco Ritrovato e il Peso della Bilancia. Mia, Lungomare Scogliera Catania. Quello che era, San Giovanni Li Cuti, Ognina – Mare bussa alla porta della pietra, elementi del coro forze del volo. Sussurrare del suolo al sentire delle onde. Vite di mare, di terra e di montagna, grotte di sale e di sostanza.

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